È stato presentato il 18 Marzo, nell’aula consiliare del Comune di Sant’Antioco, lo studio svolto dall’agenzia Laore in collaborazione con il dipartimento di Agraria dell’Università di Sassari sulla caratterizzazione e valorizzazione della viticoltura a piede franco nell’isola di Sant’Antioco.
Secondo i parametri del Centro di ricerca per la viticoltura montana (Cervim), che stabilisce altitudini maggiori di 500 mt. sul livello del mare e pendenze maggiori del 30%, in Sardegna sono stati censiti oltre 2.000 ettari classificabili come “vigneti di montagna” localizzati soprattutto nei comprensori viticoli del Mandrolisai, del Nuorese e dell’Ogliastra a cui si devono aggiungere circa 400 ettari ubicati nelle due isole minori di Sant’Antioco e San Pietro e nei litorali di Badesi e Porto Pino, con vigneti allevati a piede franco. Si tratta di un patrimonio di estrema importanza da un punto di vista vitivinicolo e paesaggistico costituito in parte da piccoli appezzamenti, anche centenari, allevati ad alberello classico e in grado di fornire delle produzioni di eccellenza che spesso vengono poco valorizzate. Partendo proprio da questi ultimi dati e grazie all’interesse sollecitato dal coordinamento regionale dell’associazione Città del vino e dalla sensibilità di molti produttori, l’agenzia Laore, in collaborazione con il dipartimento di Agraria, a partire dal 2019 ha avviato un programma di caratterizzazione di questi vigneti al fine di valorizzare la viticoltura eroica della Sardegna.
All’incontro hanno partecipato l’assessore dell’Agricoltura, Gian Franco Satta, il vice sindaco di Sant’Antioco, Francesco Garau e l’assessora delle attività produttive Roberta Serrenti, il sindaco di Calasetta, Antonello Puggioni, l’agenzia Laore Sardegna con la partecipazione della direttrice generale Maria Ibba, Renzo Peretto referente Area di supporto al comparto vitivinicolo e il direttore Servizio Sviluppo delle attività agricole, Marcello Giovanni Onorato, il dipartimento di Agraria dell’Università di Sassari, con i docenti Luca Mercenaro e Damiano Muru, il presidente di Assoenologi Sardegna e referente regionale del comitato italiano per la tutela piede franco, Mariano Murru, le cantine e i viticoltori del territorio.
“L’attenzione dell’assessorato verso la viticoltura eroica è altissima – sottolinea l’assessore – lo è in funzione del patrimonio ambientale e colturale presente in Sardegna, ma lo è anche e soprattutto in un’ottica di sviluppo delle zone svantaggiate e marginali. Sviluppare e mantenere settori così importanti, radicati nelle nostre tradizioni, consente di contrastare lo spopolamento, salvaguardare l’ambiente e valorizzare la nostra identità. Questo è solo il primo passo verso la valorizzazione della viticoltura eroica della Sardegna. Un programma che necessariamente richiederà un ulteriore sforzo da parte di tutti, in primis dell’Assessorato dell’Agricoltura, al fine di proseguire le attività attraverso studi di dettaglio dei vitigni per approfondire e certificare le peculiarità di questo importante patrimonio sardo che ci colloca ai primi posti a livello nazionale per superfici vitate a “piede franco”.
Durante il convegno, per cui l’assessorato sta lavorando da diversi mesi in collaborazione con le agenzie, con l’Università e con le amministrazioni locali, è stata illustrata la prima fase del programma che ha interessato la caratterizzazione della viticoltura a piede franco dell’isola di Sant’Antioco e che si concluderà con la caratterizzazione dei vitigni presenti nelle altre località del Sulcis, in Ogliastra nella Barbagia di Nuoro, nel Mandrolisai e a Badesi, in Gallura.
Oggi più che mai, per l’assessore Satta, per la viticoltura a piede franco, ci sono ottime potenzialità di sviluppo, anche turistico, legate al percorso che si sta portando avanti a livello europeo per il riconoscimento come patrimonio dell’Unesco”.